lunedì 24 agosto 2015

London calling #5: le guardie cambiano, gli amici restano

Una guardia a cavallo
in posa vicino ad Anna

Ciao, nipote.

E' domenica, e come quasi sempre accade le previsioni del tempo non erano azzeccate: invece dei previsti acquazzoni, c'è un bel sole che splende. Sarà che siamo fortunati, sarà il caso, noi comunque ne approfittiamo, ed andiamo a Buckingham Palace per vedere la cerimonia del cambio della guardia. Che ogni giorno, preciso preciso, accade alle 11:30. E noi non siamo gli unici a saperlo...

Già mentre stiamo attraversando Green Park cominciamo a notare un aumento del numero di turisti, che si fa marea quando sbuchiamo sul Mall, il grande viale che porta al palazzo reale. Sono ancora le 10:30, ma ogni posto dietro le transenne sembra essere già occupato. Chiediamo ad un poliziotto da dove arriverà il corteo oggi, e lui ci confessa di non esserne sicuro... ringraziamo, poi per caso adocchio un po' di spazio sulla rotatoria proprio davanti al palazzo, in prima fila: giusto un posto e mezzo, ma è quello che ci serve; intorno a noi, famiglie di turisti italiani e indiani (dell'India).

Siamo fortunatissimi: quando arrivano i due drappelli di guardie, con tanto di fanfara, ci passano proprio davanti, entrando dai due cancelli principali, mentre le forze di sicurezza si accertano che nessuno provi a tagliargli la strada; e noi possiamo vederli nello splendore delle loro uniformi, e cercare di capire se in cima a quei copricapi ci sono davvero uccelli che fanno il nido. Appena entrato il secondo gruppo, gli attraversamenti vengono liberati, e noi ci affrettiamo verso la recinzione del palazzo, dove ti carico sulle spalle per permetterti di vedere tutto lo spettacolo del cambio della guardia oltre la cortina di turisti accalcati. Come in prima fila!


Un té col Cappellaio Matto, il Bianconiglio e lo Stregatto
Terminato lo spettacolo, di nuovo in metro per andare a Camden Town, dove alla domenica in particolare c'è un mercatino di... beh, una volta era di oggetti interessanti, mentre ora è prevalentemente di souvenir e cianfrusaglie (queste, solitamente più costose dei souvenir). Però noi lo giriamo lo stesso, cercando di farci largo tra la folla enorme, pari a quella appena lasciata a Buckingham Palace. Riusciamo persino a comprare delle patatine fritte, che unite a dei panini che avevamo salvato dalla sera prima ci aiutano a placare i morsi della fame. Poi, incontriamo Nick, che ci ha raggiunto per venire con noi all'appuntamento del tardo pomeriggio: una cena assiema ad alcuni altri dei miei turisti viaggiatori. Propone di prendere l'autobus, uno di quelli belli a due piani, e noi approviamo; peccato però che una serie di lavori in corso renda il nostro tragitto molto più lungo di quello che ci aspettavamo.

Arriviamo comunque a tempo, al Giraffe, sulla riva sud del Tamigi, e qui incontriamo Susan, anche lei invitata, e poi Rita e Guy, il "professore" Bernard, Ann e Glyn, e Rekha e Pravin. Siamo proprio un bel gruppetto, e per fortuna che Ann ha prenotato, perché il ristorante è strapieno. Io ti presento i nostri nuovi amici, tutti cominciano a parlare con tutti e Rita e Susan si occupano di te, che sei al contempo interessata, stanca, spaesata (tutti parlano inglese, ovviamente, tranne la cameriera, e "mind the gap" non è molto utile in una conversazione a tavola), curiosa... poi basta passarti il telefono cellulare, e tu ti metti a giocare contenta senza badare a noi "grandi".

Per la prima volta, ritorniamo assieme a Susan. Nick ci accompagna fino alla stazione, poi prendiamo un treno (per evitare i lavori sulla metro) e il bus fino a casa, mentre comincia a piovere...

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